L’Ecdc ha pubblicato un aggiornamento della situazione al 2 aprile scorso. Solo pochi Paesi mostrano una tendenza in aumento per alcuni indicatori rispetto alla settimana predente di osservazione (l’Italia non è tra questi). Ma i dati complessivi mostrano comunque una sostanziale tendenza in diminuzione o stabile di tutti gli indicatori con livelli molto bassi rispetto a quelli massimi raggiunti durante le fasi acute della pandemia. E questo vale per tutti i Paesi dell’area UE/SEE.
Al 2 aprile scorso la situazione della pandemia Covid nei Paesi europei (UE/SEE) mostrava una tendenza in diminuzione o stabile di tutti i principali indicatori.
Lo rileva l’ultimo report dell’Ecdc relativo alla settimana che va dal 27 marzo al 2 aprile e che sottolinea come i livelli attuali della maggior parte degli indicatori aggregati erano più bassi rispetto ai valori massimi osservati durante la pandemia.
In particolare i casi di nuovi contagi sono pari al 2% di quelli massimi registrati durante la pandemia; bassi anche i nuovi casi tra le persone over 65 che si assestano al 9,5% del totale dei casi rispetto ai valori massimi; bassi anche i nuovi ricoveri fermi al 10,8% del totale dei livelli massimi; ancora più bassi gli accessi in terapia intensiva fermi al 3,8% di quelli massimi e bassi anche i valori di mortalità con un valore pari al 3,4% del totale del livello massimo di mortalità raggiunto.
Resta più alto invece il tasso delle persone attualmente ricoverate in ospedale con COVID-19 pari al 24,2% del massimo pandemico di questo indicatore.
Il confronto con la settimana precedente di rilevazione. Nel complesso, scrive l’Ecdc, il quadro dei dati a livello di paese suggerisce un miglioramento generale con un minor numero di paesi che hanno segnalato aumenti degli indicatori chiave rispetto alla precedente settimana di osservazione.
Queste le principali tendenze in aumento nei dati a livello nazionale rispetto alla precedente settimana di rilevazione:
– i tassi di nuovi casi tra le persone di età pari o superiore a 65 anni sono aumentati in cinque dei 24 paesi che hanno fornito dati, con tendenze che durano fino a quattro settimane (Estonia, Francia, Islanda, Irlanda e Norvegia).
– quattro dei 21 paesi che hanno riportato i dati hanno osservato aumenti nelle ultime 1-3 settimane in almeno un indicatore ospedaliero o di terapia intensiva (Estonia, Malta, Romania e Lettonia).
– tre dei 22 paesi hanno riportato un aumento dei decessi per COVID-19 nelle ultime 1-2 settimane Croazia, Francia e Lettonia).
L’Italia riposta invece tutti dati in diminuzione.
11 aprile 2023 -Quotidiano sanità