di Mauro Corona. O stai sul divano, o vai in montagna e accetti i rischi, compresi l’incontro con gli animali. Mi spiace per quel giovane, ma sarà stato l’orso? Vedremo. In certi periodi l’orso è più pericoloso, soprattutto l’orsa quando ha i cuccioli, poi c’è la storia dei cani che i plantigradi avvertono come nemico. E se ci sarà certezza che il giovane è stato ucciso dall’orso, sarà ucciso anche l’orso. Così sarà, ma non si può uccidere l’orso che uccide. L’uomo, al solito, vuole decidere lui, vuole piegare la Natura. Nel mare ci sono gli squali e se ci vai rischi di essere aggredito. Che facciamo? Ammazziamo tutti gli squali, oppure cerchiamo di evitarli? Siamo i padroni del mondo, dalle profondità oceaniche alla punta delle montagne? Ma dai.
Ogni mattina, dico ogni mattina, si trova una carcassa d’un cervo sbranato dai lupi. In Trentino non c’era l’orso, neanche i lupi. E da noi, qui nelle mie zone del Friuli, trent’anni fa non c’erano i cervi, adesso attraversano le strade in 60-80 esemplari. Hanno portato stambecchi che hanno cacciato più giù i camosci, e hanno popolato valli con marmotte e mufloni. Il lupo è arrivato, l’orso no: trasportato anche lui a suon di milioni di euro. E ora, se l’orso ha ucciso un uomo, in quella vallata per un po’ non andrà più nessuno e il turismo ci soffrirà. Ecco il punto, si perdono sghei e allora l’orso che uccide deve essere ucciso. Il problema è la cultura del territorio, noi siamo un popolo di improvvisatori. Improvvisiamo soprattutto per ignoranza, dove non vediamo il pericolo. A me non viene in mente di prendere una barca e ficcarmi in mare. Che fine farei? Ma il mare ha orizzonti aperti, lontani e fa paura, in montagna ci sono boschi e sentieri e uno va, anche senza conoscere. Pericolo? Non si pone neanche il problema.
Sono anni che dico e ripeto la stessa cosa, mi annoio perfino da solo, ma tanto nessuno mi ascolta: la montagna deve essere insegnata nelle scuole. Nelle classi devono entrare i boscaioli, gli uomini di montagna, le guide e chi conosce gli animali selvatici, dai cinghiali agli orsi che possono essere pericolosi. Magari anche i lupi, ma non si hanno riscontri su aggressioni all’uomo. Tuttavia, messo alle strette ogni animale può essere aggressivo. Un amico che gestisce il rifugio Carota d’Alpago un giorno si è trovato circondato da sette lupi, non sapeva che fare. Per fortuna se ne sono andati. Io ho in tasca una scacciacani, ‘na rivoltellina che fa soltanto rumore, ma basta un suono inusuale e gli animali più selvatici sono, meno lo gradiscono e se ne scappano.
Dicevo dei pericoli della montagna, non i ghiacciai o le alte vette, ma quelli sui sentieri dove ci sono i turisti. In Dolomiti i sentieri corrono lungo pareti verticali. Quante volte ho visto genitori camminare con i bimbi in spalla e senza casco. Basta un corvo per far cadere un sasso, per non parlare dei camosci che corrono e saltano e possono provocare piccole frane. Che fare? Non ci si può difendere dai sassi e così per gli orsi, occorre conoscere le loro abitudini, stare attenti. E se ce sono troppi bisogna recintarli. Non so se sia possibile usare i soldi dei Pnrr e fare una barriera intorno a un’area molto vasta dove possano vivere a loro misura. Ma ci vogliono migliaia di ettari, un orso adulto in una notte può spostarsi anche di 80 chilometri.
Ma intanto l’uomo deve educare e educarsi e non pensare di essere l’unico ad aver il diritto di vivere sul pianeta, sia pianura, campagna, mare o montagna. Il rispetto della natura passa per la conoscenza e il sapere ci indica che la natura ha anche aspetti pericolosi e altri abitanti oltre a noi. È come prendere l’auto a Torino e mettersi in viaggio per dove volete voi, devi sapere che sulle strade non tutto dipende da te e che l’incidente è possibile. Pensa un po’ in montagna. Io quando vado a arrampicare so bene che posso non tornare. —