“Se categoria e Giunta regionale si ritrovano ai ferri corti, è per colpa di una gestione politica che non ha saputo dare risposte concrete al gigantesco fenomeno della carenza di medici di famiglia in Veneto. Già nei mesi scorsi abbiamo denunciato dati alla mano con una nostra ricerca la china che il fenomeno ha assunto. E nei prossimi anni la situazione sarà ancora peggiore, visti i pensionamenti previsti e gli abbandoni da parte dei laureati dei corsi di formazione: tutte cose che la Regione sa bene ma di fronte alle quali dimostra incapacità di soluzione”.
La presa di posizione e dei consiglieri regionali del PD Veneto, Anna Maria Bigon e Andrea Zanoni.
“Nel frattempo lievitano i servizi a pagamento ed il 10% della popolazione veneta rinuncia alle cure perché non ha i soldi. L’inerzia del governo regionale di fatto favorisce il privato. E ci sono solo due possibilità per risolvere il problema. La prima sta nel dare immediatamente ai medici un supporto in termini di personale amministrativo, liberandoli dalle incombenze burocratiche e dando così loro la possibilità di aumentare il numero di assistiti e di coprire le zone carenti. In secondo luogo, per rendere attrattiva la professione, bisogna portare in discussione in Consiglio regionale la proposta di legge nazionale che abbiamo presentato per equiparare il corso di formazione a specializzazione universitaria, con possibilità di carriera e di borse economicamente parificate a quelle di ogni altro collega”.