Sindacati in allarme dopo che alcune aziende sanitarie del territorio in questi giorni stanno convocando le organizzazioni sindacali della dirigenza sanitaria per annunciare la sospensione delle somme che ogni mese i dirigenti percepiscono come acconto della retribuzione annuale di risultato. L’intero importo d’ora in avanti verrebbe erogato solo l’anno successivo a saldo. In sintesi il premio 2023 verrebbe versato interamente nel 2024 anziché, per il 50%, ogni mese. Le aziende, in questa loro interpretazione, si farebbero forza di due orientamenti Aran.
Nella comunicazione alle organizzazioni sindacali, ad esempio, l’Ulss 9 Scaligera ha annunciato che la corresponsione del premio avverrà in forma di saldo annuale essendo venuta meno “la possibilità di erogazione di qualsiasi forma di acconto, anche per stati di avanzamento” . Non sono mancate le reazioni delle rappresentanze di medici, veterinari e dirigenti sanitari che rimarcano come il parere espresso dall’Aran, a differenza del contratto nazionale, non sia vincolante. Auspicando che l’applicazione delle annunciate “disposizioni” non venga adottata in modo unilaterale dalle aziende sanitarie.
L’iniziativa colpisce per l’assoluta intempestività: proprio quando si parla di incentivare medici, veterinari e dirigenti sanitari a rimanere nel Servizio sanitario pubblico si prefigurano tagli del salario che vanno in assoluta controtendenza.
La Federazione veterinari e medici del Veneto chiede un confronto a tutti i livelli, a cominciare da quello regionale, e sollecita la Regione Veneto ad un pronunciamento univoco che faccia chiarezza su quella che appare come una penalizzazione iniqua e immotivata.