Più spazio per assumere precari. Regole più chiare per i licenziamenti. Periodo-ponte per le visite fiscali: passano dalle Asl all’Inps, con orari identici ai lavoratori privati, ma dal primo settembre. Il Testo unico del pubblico impiego e quello sui premi di produttività, ultimi due decreti attuativI della riforma Madia, sono legge. Il via libera definitivo è arrivato oggi dal Consiglio dei ministri. Testi cruciali, la cui approvazione sblocca anche il rinnovo del contratto degli statali, fermo da otto anni. Ecco le principali novità, rispetto al testo di febbraio.
Precari storici. Più chance di stabilizzazione per i precari storici. Saranno assunti nel 2018-2020 quanti hanno lavorato almeno tre anni degli ultimi otto anche in più di un’amministrazione. Il requisito dei tre anni potrà essere maturato non più entro la data di pubblicazione del decreto (cioè 28 agosto 2015), ma entro il 31 dicembre 2017. L’assunzione sarà diretta per chi ha già superato un concorso e possibile anche in amministrazioni diverse da quelle di appartenenza. Gli altri dovranno partecipare ai bandi, potendo però contare su una riserva della metà dei posti messi a concorso. “Superiamo il precariato e il cattivo reclutamento ereditato”, ribadisce il ministro Madia. Ora “abbiamo bisogno di riaprire le assunzioni nel pubblico impiego, far entrare i giovani ma non di qualunque professionalità, di quelle che servono, per far arrivare servizi ai cittadini”.
Licenziamenti. Lo statale “bocciato” per tre anni di fila – e non in uno solo – sarà licenziato. Il codice disciplinare amplia le casistiche di licenziamento da sei a dieci. Accanto ai furbetti del cartellino, alle assenze ingiustificate e alle false dichiarazioni per ottenere posti e promozioni, le nuove regole impongono il cartellino rosso anche per chi viola in modo grave e reiterato i codici di comportamento oppure per scarso rendimento. E incassa “costanti valutazioni negative”. “Dal monitoraggio del ministero abbiamo la prova concreta dell’efficacia delle sanzioni” per i furbetti, ovvero il licenziamento lampo, rivendica il ministro Madia. “Non solo spot, funzionano. E i vizi formali non le annullano”.
Produttività. Abolite definitivamente le tre fasce fissate dalla legge Brunetta, ma mai applicate e che avrebbero azzerato i premi al 25% del personale. I nuovi criteri prevedono la “valutazione della performance” dell’intero ufficio, quindi non individuale, in termini di servizi resi. Spetterà alla contrattazione decentrata declinarla, fissando parametri e obiettivi. “La valutazione serve ed è fondamentale: per questo superiamo i premi a pioggia e obblighiamo alla differenziazione, in una logica non punitiva ma di potenziamento dei servizi ai cittadini”, spiega ancora Madia.
Rinnovo contratto. “Ora abbiamo le carte in regola da punto di vista normativo” per “riaprire la stagione contrattuale”, annuncia infine il ministro. “I due decreti approvati mi consentiranno di dare la direttiva all’Aran”.
Repubblica – 19 maggio 2017