Quasi tre quarti (73,3%) di persone di età compresa tra i 25 ei 64 che vivono nell’Unione europea percepiscono il loro stato di salute come molto buono o buono nel 2015. Al contrario, meno del 7,0% ha valutato il livello di salute come cattivo o molto cattivo nello stesso anno.
Eurostat, in occasione della Giornata mondiale della salute, ha fornito i dati sulla condizione auto-percepita dai cittadini dell’Ue e li ha organizzati su cinque livelli: molto buono, buono, discreto, cattivo e molto cattivo.
Eurostat nota che a pesare sui giudizi è il livello di istruzione, importante fattore socio-economico. Mentre il 61,1% della popolazione dell’UE con basso livello di istruzione e di età compresa tra 25-64 anni percepisce la loro salute come molto buona o buona, questa proporzione è andata fino a quasi all’85% per quelli con un livello di istruzione terziaria.
Tra gli Stati membri dell’Unione europea, la percentuale più alta della popolazione di età compresa tra i 25 e i 64 anni a percepire la propria salute come buona o molto buona è è a Cipro (85,0%), seguita dalla Grecia (84,7%) e dall’Irlanda (84,2%).
Poi nell’ordine c’è la Svezia (83,4%), Malta e la Romania (entrambi 80,1%) e la Spagna (79,9%).
Sul fronte opposto, più del 10% delle persone di età compresa tra i 25 ei 64 percepiscono la propria salute come cattiva o molto cattiva in Croazia (12,6%), Ungheria e Portogallo (entrambi 11%).
E l’Italia? Il commento Eurostat non la menziona in quanto a metà classifica nel 2015: il nostro Paese è quattordicesimo rispetto a chi dichiara la salute buona o molto buona ed è di poco superiore alla media Ue (6 contro 6,7) rispetto a chi invece la dichiara cattiva o molto cattiva.
Il problema semmai, confrontando i dati Eurostat 2015 e 2014, è che il giudizio dei cittadini sul proprio stato di salute è migliorato percentualmente in 17 nazioni, rimasto identico in una (Irlanda) e peggiorato nelle altre dove il livello buono-molto buono è calato in un solo anno fino al -2,5% di Malta. E in questa classifica l’Italia è tra le nazioni con valori negativi.
Tra il 2014 e il 2015, secondo i dati Eurostat, la salute percepita dagli italiani come buona o molto buona si è ridotta di 1,8 punti percentuali, collocando nella classifica il nostro paese al terzultimo posto a parimerito col Lussemburgo e dopo il tracollo di Malta.
Un riscontro facilmente evidenziabile dai dati tutti in aumento dei giudizi negativi, che per l’Italia crescono dello 0,1% per chi dichiara di giudicare “cattiva” la propria salute e portano un 1,7% in più tra chi la ritiene discreta mentre prima la giudicava buona.
Un ulteriore segnale, quindi, rispetto all’altra analisi Eurostat che ha collocato pochi giorni fa l’Italia al quarto posto per bisogni insoddisfatti di cura dei cittadini.
Vai a Quotidiano sanità – 11 aprile 2017