L’ambasciatore britannico Tim Barrow ha consegnato al presidente del Consiglio Ue Donald Tusk la notifica dell’attivazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona. Da adesso in poi avanti tutta verso l’uscita dalla Ue. Ieri sera il primo ministro britannico Theresa May ha firmato ieri sera la storica lettera che lancerà la Brexit. A testimoniare la firma una foto diffusa dal suo ufficio. May ha anche lanciato un appello all’unità della Gran Bretagna di fronte a una Scozia che potrebbe votare per un nuovo referendum sull’indipendenza. L’invio della lettera al presidente dell’Unione europea Donald Tusk sarà la notifica formale dell’intenzione britannica di lasciare l’Ue dopo 44 anni di partecipazione. “Dobbiamo cogliere l’opportunità unica nella nostra storia di costruire una Gran Bretagna più forte”. May ha poi sottolineato di avere “un piano ambizioso per i negoziati”, in modo da arrivare a “una nuova, profonda e speciale partnership tra Gran Bretagna e Ue, che e’ nell’interesse di entrambe le parti. Ora piu’ che mai il mondo ha bisogno dei valori liberaldemocratici dell’Europa, che la Gran Bretagna condivide. Noi lasciamo le istituzioni europee, non l’Europa, restiamo alleati stretti e partner affidabili”. “Faremo il possibile per aiutare la Ue a essere prospera – ha aggiunto – e vogliamo garantire i diritti dei cittadini europei che vivono in Gran Bretagna, come quelli dei cittadini britannici che vivono in Europa”. Lo ha detto il premier britannico Theresa May alla Camera dei Comuni dopo il via formale alla Brexit. La Brexit, ha aggiunto May, “è uno spartiacque nella nostra storia, crediamo nella forza inarrestabile del carattere del popolo britannico, credo che avremo un futuro roseo e sono convinta che abbiamo progetto chiaro”. Poi un messaggio chiaro. “Vogliamo un accordo di libero commercio forte ed equo, per dare alle aziende britanniche la maggiore libertà possibile e lo stesso per le aziende europee in Gran Bretagna”. May si è detta “d’accordo con la visone della Ue, secondo cui non si può fare ‘cherry picking’ e restare nel libero mercato senza rispettare le quattro libertà fondamentali. Se le quattro liberta’ non saranno compatibili con quanto ha deciso il voto del popolo non saremo piu’ membri del mercato unico”.
May ha anche sottolineato l’importanza che “il processo sia ordinato, meno traumatico possibile: è interesse sia della Gran Bretagna e del Regno Unito che l’Unione resti forte”. Ma c’è da fare i conti con il parlamento semi-autonomo della Scozia che ha approvato la proposta del first minister, Nicola Sturgeon, di un nuovo voto per l’indipendenza in protesta per la Brexit. May aveva detto che “non è il momento” per la Scozia di tenere un secondo referendum, ma i parlamentari scozzesi hanno ignorato il suo appello, votando a favore del referendum 69 a 59. Sturgeon ora dovrà presentare una formale richiesta per un referendum, che avrà luogo nella primavera del 2019, prima che la Brexit sia completata. L’obiettivo è di mantenere la Scozia nell’Ue. Ha bisogno dell’approvazione del governo britannico, che ieri ha ripetutto di ritenere “inappropriato” il calendario, sebbene non abbia escluso la prospettiva di un nuovo referendum. “Il mandato per un referendum è fuori questione e non sarebbe difendibile democraticamente – e del tutto insostenibile – tentare di opporvisi”, aveva detto Sturgeon.
Poco dopo la consegna della lettera da parte dell’ambasciatore britannico arriva la reazione della Ue. “Non c’è ragione per far finta che questo sia un giorno felice, né a Bruxelles né a Londra. La maggior parte degli europei e quasi la metà degli elettori britannici avrebbero voluto stare insieme, non separarsi”, ha detto in una dichiarazione alla stampa Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, sottolineando che “in questo processo per entrambe le parti non c’è niente da vincere, si tratta di controllare i danni. Il nostro obiettivo e’ chiaro: minimizzare i costi per i cittadini e le imprese europee”. Tusk ha precisato che “fino a quando la Gran Bretagna lascia l’Europa le norme europee si applicano anche alla Gran Bretagna”. Tusk ha poi annunciato: “Venerdì presenterò ai Paesi membri le proposte di linee guida, che saranno approvate dal Consiglio del 29 aprile”. “Mi fa piacere sentire che Tusk ha questa posizione”, ha commentato Theresa May. “Ci avvicineremo a questi colloqui in modo costruttivo e ci batteremo per trovare un accordo – recita il testo letto da Tusk – In futuro, speriamo di avere il Regno Unito come partner stretto”.
ItaliaOggi – 29 marzo 2017