Protesta contro il grave inquinamento da PFAS che interessa un’ampia area tra le province di Vicenza, Verona e Padova. Gli attivisti di Greenpeace hanno chiesto alle autorità regionali di fermare subito gli scarichi
Attivisti di Greenpeace sono entrati in azione giovedì mattina a Venezia, davanti alla sede della Regione Veneto a Palazzo Balbi, per protestare contro il grave inquinamento da PFAS che interessa un’ampia area della regione Veneto compresa tra le province di Vicenza, Verona e Padova. Gli attivisti di Greenpeace hanno chiesto alle autorità regionali di fermare subito gli scarichi di PFAS in Veneto.
“Analisi indipendenti condotte da Greenpeace dimostrano che le indagini effettuate finora dalle autorità regionali non hanno ancora individuato tutte le fonti di inquinamento. Il rapporto “Pfas in Veneto: inquinamento sotto controllo?” documenta la diffusa presenza di PFAS in altri scarichi industriali e fuori dall’area monitorata”.
“È grave che dalle nostre analisi sia emersa la presenza, in alcuni scarichi, di rilevanti concentrazioni di composti mai individuati finora e che PFAS pericolosi siano stati trovati anche nel comune di Valdagno, in un’area non ancora presa in esame dalle autorità regionali” afferma Giuseppe Ungherese, Responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.
Pericolo PFAS, la protesta ambientalista
Greenpeace ha anche lanciato una petizione per chiedere alla Regione Veneto di censire e bloccare tutte le fonti di inquinamento da PFAS, sostanze chimiche pericolose per l’ambiente e per l’uomo, e di adottare livelli di sicurezza di PFAS nell’acqua potabile in linea con i valori più restrittivi vigenti in altri Paesi. Per alcuni PFAS molto pericolosi per la salute, come il PFOA (un composto potenzialmente cancerogeno) e il PFOS, i livelli di sicurezza adottati in Veneto per le acque potabili sono fino a 7,5 volte più elevati rispetto agli Stati Uniti e oltre 5 volte più elevati rispetto a Germania e Svezia.
Zaia sui Pfas: Arpav avvierà una campagna di monitoraggio sui terreni della Miteni
Il governatore veneto sullo scandalo dei Pfas: commissionato ad Arpaf uno studio sul sottosuolo della Miteni (sette ettari), una volta ottenuto il via libera dall’azienda o dalla procura, in caso di diniego della Miteni stessa.
“I rappresentanti della Sanità in Veneto hanno pubblicamente ammesso che siamo di fronte a un disastro ambientale: non è possibile tutelare adeguatamente la salute e la sicurezza dei cittadini se si adottano valori di riferimento di PFAS nell’acqua potabile tra i più alti al mondo. La Regione Veneto deve abbassare subito i livelli di sicurezza di queste sostanze nelle acque potabili allineandoli con quelli adottati in altri Paesi europei. Le autorità regionali hanno il dovere di garantire acqua sicura e non contaminata ad ogni cittadino” conclude Ungherese.
La Nuova Venezia – 9 marzo 2017