Il Veneto ha anticipato il provvedimento con il quale, a trent’anni dalla legge Sirchia che vietò il fumo nei locali pubblici, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intende imporre nuovi limiti ai tabagisti anche all’aperto. Per esempio nei parchi, in presenza di minori e donne in gravidanza, alle fermate degli autobus, nelle stazioni ferroviarie, agli sbarchi dei traghetti, nei plateatici di bar e ristoranti. Fino a eliminare la possibilità di attrezzare sale fumatori in locali chiusi. Proibizioni estese alle sigarette elettroniche e ai prodotti del tabacco riscaldato, con l’obiettivo di creare entro il 2040 una «generazione libera dal tabacco», in cui solo il 5% fumi, come prescrive il «Piano europeo contro il cancro». E nella regione ci sono già diversi esempi virtuosi.
No nelle aree verdi e sensibili
I Comuni di Campolongo Maggiore, Chioggia, Dolo, Fiesso d’Artico, Fossò, Mira, Mirano, Noale e Salzano hanno sottoscritto insieme all’Usl Serenissima un «manifesto» per rendere smoke-free parchi e aree verdi pubbliche e per l’infanzia, gli arenili, le fermate del trasporto pubblico locale, le zone prospicenti le scuole, viali e luoghi storici. «È un impegno senza scadenza che questi Comuni si sono assunti per non sottovalutare i danni che il fumo provoca anche all’aperto e pure ai non tabagisti, costretti a subire le conseguenze del fumo passivo — illustra Edgardo Contato, direttore generale dell’Usl Serenissima —. Insieme diciamo che non ci dev’essere più spazio fisico nel quale fumare. E questo vale anche per la sigaretta elettronica, ugualmente dannosa per la salute». L’iniziativa resta aperta all’adesione di tutti gli altri Comuni lagunari, Venezia compresa, dove però l’idea del sindaco Luigi Brugnaro di vietare il fumo a Rialto e a San Marco è rimasta nel cassetto.
Salzano: no anche a quella elettronica
In compenso Salzano, 12.837 abitanti nella Città metropolitana, è stato il primo Comune d’Italia a proibire il fumo all’aperto anche della sigaretta elettronica, con l’ordinanza firmata il 22 marzo 2022 dal sindaco Luciano Betteto. Il divieto è imposto nei parchi, pure della frazione Robegano, nell’area Brolo, spazio polivalente in mezzo al verde, vicino alle due scuole elementari e media. La ratio è «tutelare la salute dei bambini e fare in modo che gli adulti diano alla comunità esempi di comportamento più rispettosi dell’ambiente e degli spazi della comunità».
Spiaggia libera dalla sigaretta
E a proposito di buon esempio c’è quello della spiaggia di Bibione, libera dal fumo già dal 2014. Prima ancora, nel 2009, aveva affrontato il problema Verona, con un’ordinanza che vieta il fumo nei parchi gioco comunali ed è tuttora in vigore. Ma questi diktat vengono rispettati? Si riesce a farli osservare per forza? «Sono i cittadini stessi a chiamarci se vedono qualcuno trasgredire — spiega Luigi Altamura, comandante della polizia locale di Verona — certo, non possiamo presidiare le aree verdi h24, ma nel 2022 dieci sanzioni da 50 euro l’una le abbiamo elevate».
Lo stop dell’era Covid non c’è più
Però non è più stata rinnovata l’ordinanza emanata da tutti i sindaci dei capoluoghi nel 2021 che, per contrastare la diffusione del Sars-Cov2, proibiva il fumo, compreso quello delle sigarette elettroniche, alle fermate degli autobus, davanti alle scuole e su tutto il territorio comunale se non fosse stata rispettata una distanza interpersonale di tre metri. Vicenza tuttavia sta preparando un piano «città smoke free», che impedirà di fumare nei parchi, all’esterno delle scuole, sotto i porticati dei musei, alle fermate degli autobus e dei taxi, nei cimiteri e negli stadi. «Nei parchi è già in vigore la raccomandazione di non fumare e viene rispettata — anticipa Mattia Ierardi, assessore alle Infrastrutture e al Verde pubblico — per il resto stiamo aspettando di vedere il provvedimento nazionale. Se la linea intrapresa dal governo risponderà alle nostre esigenze adotteremo quella, altrimenti procederemo con il piano locale».
Esempi virtuosi
Intanto l’Istituto oncologico veneto nelle due sedi di Padova e Castelfranco proibisce il fumo in tutte le aree interne ed esterne, così come l’Azienda ospedaliera di Padova, mentre il Comune lo vieta sotto il Salone. Una sorta di «cittadella commerciale» gastronomica in centro storico ricavata sotto il Palazzo della Regione, quindi tecnicamente all’aperto ma in pratica inserita in una sorta di galleria che diventerebbe malsana se soffocata dal tabacco.