Far ripartire il dibattito sulla riforma dei reati agroalimentari. E’ una delle priorità indicate dalla Coldiretti nel corso del XVII Forum dell’agricoltura e dell’agroalimentare che si è aperto ieri a Cernobbio (Como). Un percorso di adeguamento che nella precedente legislatura era stato avviato con il ddl messo a punto dalla commissione presieduta da Giancarlo Caselli, presidente anche del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie Coldiretti. Ma quel disegno di legge, nonostante l’approvazione in Consiglio dei ministri, non è riuscito a concludere il proprio iter. «Tuttavia quella riforma resta una priorità per il nostro settore – ha spiegato il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo -. Lo scorso anno le notizie di reato nel comparto agroalimentare hanno registrato un balzo del 58% toccando tutti i principali segmenti del food dal biologico al vino, dall’olio d’oliva all’ortofrutta». Numeri che Coldiretti ha riportato in base a quanto emerso dai circa 25mila controlli effettuati dall’Ispettorato centrale repressione frodi. La principale necessità è quella di aggiornare il quadro normativo che in materia fa ancora riferimento al regio decreto 19 ottobre 1930. «Nella disciplina vanno introdotti nuovi concetti – ha aggiunto Moncalvo – come quello di filiera o quello di tracciabilità. Occorre tener conto delle differenti tipologie distributive e aggiornare il quadro in base al bene pubblico da tutelare che per il decreto del 1930 era l’ordine pubblico mentre oggi al centro del sistema ci devono essere il consumatore e il patrimonio agroalimentare italiano. Fino a toccare la revisione delle fattispecie di reato introducendo quello di agropirateria e per i casi più gravi l’ipotesi di disastro sanitario. E novità sono previste anche sul piano processuale con l’aggiornamento delle metodologie di indagine. «E’ prevista la revisione dell’articolo 189 del codice di procedura penale – ha aggiunto il responsabile Ambiente e territorio della Coldiretti, Stefano Masini – introducendo anche il ricorso a fonti di prova non ufficiali. Ad esempio nel caso in cui si voglia risalire all’origine di un olio extravergine vorremmo fosse possibile utilizzare sistemi di mappatura genetica, che non rappresentano fonti ufficiali ma sono di certo efficaci».Tra gli aspetti da aggiornare non mancano le sanzioni sia pecuniarie che accessorie, con la previsione di misure come l’interdizione dall’esercizio dell’attività, la sospensione o la revoca di licenze o autorizzazioni e l’estensione delle stesse sanzioni a tutte le fasi che conducono al reato, ovvero colpire tutti gli anelli della «filiera criminale» e che con l’attuale sistema spesso sfuggono alle sanzioni.
«Il ddl messo a punto dalla Commissione Caselli – ha detto ieri il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede – è un ottimo punto di partenza sul quale lavorare. Occorre però che la politica si assuma la responsabilità di portare il lavoro tecnico in porto. Cosa che in passato non sempre è avvenuta e che il nostro Governo è invece deciso a fare».
SOLE 24 ORE
Giorgio Dell’Orefice
«Il ddl messo a punto dalla Commissione Caselli – ha detto ieri il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede – è un ottimo punto di partenza sul quale lavorare. Occorre però che la politica si assuma la responsabilità di portare il lavoro tecnico in porto. Cosa che in passato non sempre è avvenuta e che il nostro Governo è invece deciso a fare».
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