Enrico Marro. Dopo il via libera di ieri in consiglio dei ministri, il governo è impegnato al massimo per far arrivare entro febbraio, cioè prima delle elezioni politiche, gli arretrati previsti dal rinnovo del contratto di lavoro 2016-18 degli statali, circa 245 mila dipendenti dei ministeri, delle Agenzie fiscali, degli enti pubblici non economici e del Cnel. Si tratta di una somma una tantum che copre il mancato rinnovo dei contratti dal 2010 in poi. Somma che oscilla dai 370 euro lordi per la fascia retributiva più bassa ai 712 per quella più alta. Poi da marzo scatteranno gli aumenti mensili di 85 euro in media.
Per sbloccare i pagamenti serve ancora il visto della Corte dei conti, ma l’auspicio del ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, è che esso «arrivi il prima possibile».
Il contratto degli statali era stato sottoscritto il 23 dicembre dall’Aran, l’agenzia pubblica che rappresenta il governo, e dai sindacati di categoria. Ieri, con la ratifica da parte del consiglio dei ministri, si è compiuto il passaggio fondamentale. «Un atto dovuto», ha commentato la leader della Cgil, Susanna Camusso».
«A questo punto – ha garantito la ministra Madia – arriveranno sia gli arretrati sia poi gli scatti di aumento». Soddisfatti i sindacati, che però reclamano il rinnovo del resto dei contratti che riguardano oltre tre milioni di dipendenti pubblici. Si tratta di quelli della scuola, della sanità e degli enti locali. In tutti e tre i comparti l’accordo appare più complicato da trovare, perché mancherebbero, secondo le organizzazioni dei lavoratori, le risorse per garantire aumenti medi di 85 euro come per gli statali. In particolare, la trattativa procede con difficoltà nella scuola, deve nella ancora partire negli enti locali mentre è in fase avanzata nella sanità. Il «quadro di riferimento», ha detto Camusso, è dato dalle soluzioni trovate per gli statali. E per questo anche negli altri comparti, per dare quest’anno a tutti i lavoratori 85 euro lordi in più al mese al mese si ipotizza la corresponsione di un «elemento perequativo» fino a dicembre 2018 a beneficio delle qualifiche più basse che avranno aumenti strutturali inferiori a 85 euro.
«Stiamo lavorando ininterrottamente – ha detto Madia -. l’Aran non si è mai fermata. In particolare, sta lavorando molto sul comparto della conoscenza che ha dentro la scuola. Spero, come ha già detto anche la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, che si arrivi a breve al rinnovo del contratto. E poi stiamo lavorando su enti locali e sanità, ma anche su tutti i non contrattualizzati, in particolare il comparto sicurezza».
Il Corriere della Sera – 20 gennaio 2018